Fummo allattati mentre cuocevano gli spaghetti; subito le nostre mamme ci staccavano dal seno e ci mettevano in bocca un frammento di spaghetto; prima lo avevano deterso con le loro labbra dal ragù altrimenti si erano limitate a baciarlo. Io pure che cosa lascio ai miei figli se non gli spaghetti per eredità?”. Quindi l’arte di cucinare la pasta è una delle prerogative di Napoli. “Cucino perché amo”
Cucinare è un atto d’amore, parola di Sophia Loren. “Nonna Luisa durante i bombardamenti di Pozzuoli continuava imperterrita a manovrare le sue pentole ed io mi rifugiavo dietro le sue gonne come fosse una trincea. Era un genio della cucina, sapeva fare manicaretti con il niente che c’era”: un po' di mollica di pane, una foglia di basilico, una goccia d’olio. In quegli anni ho imparato che il miglior condimento è la fame. E ho imparato pure che cucinare è un atto d’amore, un modo di dare, di nutrire, di proteggere. Sophia è un’ottima cuoca e il suo libro di ricette è stato premiato in tutta Europa. Anche se sono passati molti anni da “L’oro di Napoli” rimane sempre la Pizzaiola. Le pizze in quegli anni erano fritte, e non cotte al forno. Spesso molti pizzaioli non potevano permettersi una attrezzatura costosa, così friggevano le pizze nell’olio, ma posso assicurare – prosegue Sophia- che proprio grazie al condimento principale, la fame, i clienti le trovavano squisite”. Nonna Luisa di cui parla con commosso affetto non è tuttavia l’unica ispiratrice dell’arte culinaria della Loren. L’attrice è sempre stata una attenta collezionista di ricette e legge libri e riviste di cucina in tre lingue (italiano, inglese e francese). “Mi manca purtroppo, per la vita che faccio, sempre in giro per il mondo, la fonte principale cioè il passaparola tra donna e donna.
In compenso sarei favorita da un altro punto di vista: il fatto di frequentare abitualmente ottimi ristoranti e grandi alberghi. Ho notato però che molti chef non amano svelare i loro segreti, per cui non approfitto della mia popolarità per spingerli a farlo. Alcuni però conoscendo la mia passione per la cucina mi passano spontaneamente le ricette di cui sono più orgogliosi”. L’attrice conferma poi che se cucina per la famiglia non trova che nulla sia più bello e creativo che mettere in tavola un pranzo di lusso partendo da ingredienti poveri e magari avanzi del giorno prima. “Documentatevi, leggete le ricette e sperimentatele, ma ricordatevi che il piatto più buono del mondo deve essere ancora inventato, e cercate, giorno per giorno, di inventarlo voi. La cucina rappresenta dunque per Sophia uno dei principali piaceri della vita.
Poi aggiunge nel suo libro: i dolci oggi sin fanno poco in casa. E’ più pratico comprarli già pronti, non solo per risparmiare tempo e fatica, ma proprio perché i laboratori di pasticceria sono attrezzati meglio. Però a me piace molto l’idea di fare un dolce con le mie mani. E’ qualcosa che lega con l’atmosfera familiare con un calore di affetti e di amicizie. Potete dire a qualcuno: ti ho fatto questo dolce, l’ho fatto per te, poiché so che ti piace. Ecco un modo per dimostrare amore e affetto più poetico forse di quello di offrire un dono, una leccornia comprata magari nel negozio all’angolo. Un momento difficile, una tensione possono essere gentilmente superati con un gesto simile, non credete? Inoltre trafficare in cucina tra zuccheri, vaniglia e panna montata è distensivo e allegro. Non facciamoci superare in questo dagli uomini che ora ai fornelli domestici si stanno rivelando davvero bravissimi”.